PRIMA PARTE
Ardo infelice, e palesar non temto
A chi l'alma mi strugge il foco mio
Ben si legge nel volto il mio tormento
E l'affanno del cor narra il desio.
Se talor parlo il fulminar pavento
Di quel guardo crudel che mi ferio
Che quanto ard' il mio cor quanto sospira
Tanto teme di lui l'orgoglio, e l'ira.

SECONDA PARTE
Dell' aspre pene mie nunzii dolenti
Alla bella mia morte invio sospiri
Ma che pro se per l'aria 'l par di' venti
Sen vanno i messaggier de miei martiri.
Amarissime lacrime cocenti
spargo per far pales' i miei desiri
Ma nulla giova e 'l piano mio non vede,
O per altra cagion nato lo crede.

TERZA PARTE
Talor lunci da lei soave speme
L'anima mi lusinga e falla audace,
Che pria ch'io m'avvicini all'or estreme
Al bell' Idolo mio dimandi pace.
Cosi voci e lamenti accolgo insieme
Per l'incendio scoprir che si mi sface,
Ma poscia palesand' il mio dolore
Resta ghiaccio la lingua, e fiamma il core.

QUARTA PARTE
Sovente innanzi alla crudele, e bella
Tutto gelido vo tutto tremante,,
E loquace tacer muta favella
Chieggion dolce pietade al bel sembiante.
Ma per fiero tenor della mia stella
Non sa scoprim' il mio languire amante
E 'l foco palesar nell' alm' accolto
Interrotto parlar, pallido volto.

QUINTA PARTE
Clizia novella a nuovo sole intorno
Volgo lo sguardo innamorato, e 'l piede
Dovvunque si raggira e fa soggiorno
Seguir le vaghe piante ogn'or mi vede.
Seco passa la notte, e seco il giorno
Ne però del mio foco ella s'avvede
E per mia dura irreparabil sorte
D'uccidermi non sa che mi dà morte.

SESTA, E ULTIMA PARTE
Care stelle d'amor come potete
Le vostre in me fissar vaghe pupille
E di quell' alto incendio onde m'ardete
Il cener non mirte, e le faville.
Il cor voi mi ferite, e non vedete
Del cor le piaghe a mille segni, e mille,
Occhi belli, occhi rei, saprete tardi
Che colpa è 'l mio morir de vostri sguardi.